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Gita in Barca alla Scala dei Turchi

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Valle dei Templi, uno dei Patrimoni più belli e preziosi dell'Umanità

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La Zona Archeologica di Agrigento si trova nella parte meridionale della Sicilia, in sud Italia.

L’UNESCO ha deciso di inserire l’area archeologica di Agrigento nel prestigioso elenco dei siti “Patrimonio Mondiale Dell'Umanità” perché: Agrigento rappresenta, ancora oggi, la cultura greca.
L’UNESCO, arriva a questa decisione nel 1997, considerando che è di particolare rilievo il complesso dei templi dorici presente ad Agrigento ed  è uno dei principali esempi non soltanto dell’arte, ma dell’intera cultura greca.
L'UNESCO ha tenuto in forte considerazione il fatto che Agrigento sia stata una delle più grandi città dell’area del Mediterraneo e che i suoi templi si siano conservati quasi intatti fino ai giorni nostri.

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Storicamente Akragas Agrigentum. Questo il nome dell’Agrigento di epoca greca che si è conservata in ottimo stato fino ai tempi nostri, come dimostra la Valle dei Templi.
I primi ad arrivare da queste parti
furono abitanti della città di Gela, originari delle isole greche di Creta e Rodi (581 a.c.).
Il periodo di massimo splendore di Siracusa coincide con quello della Magna Grecia ed in questo periodo Akragas Agrigentum si ricorda come uno dei centri più attivi che, in Sicilia, pare fosse
seconda solo a Siracusa.
Quanto alla sua bellezza, basta ricordare il poeta greco Pindaro che la definì “la più bella città dei mortali”.

 

Il tempio di Giunone, il Tempio della Concordia, il Tempio di Eracle, il Tempio di Zeus Olimpico, il Tempio di Castore e Polluce, il Tempio di Vulcano, il Tempio di Esculapio.
Sono sette i templi della mitica Valle di Agrigento e tutti in condizioni di conservazione
eccezionali.
A questi va aggiunta la Tomba di Terone, eretta per ricordare i caduti della seconda guerra punica.
Insomma, qui la storia è di casa ed Agrigento, all’interno del bacino del Mediterraneo, ne è stata il fulcro  per parecchi secoli.

 

L’area archeologica di Agrigento, con la sua Valle dei Templi, è la testimonianza più significativa della civiltà greca in Sicilia.
I Templi di quest’area, sorgono tra campagne di mandorli e fiori, quasi a voler essere incorniciati
in uno scenario che li rende immortali.
I Templi di stile dorico sono stati edificati a partire dal quinto secolo avanti Cristo con tufo calcareo trovato in loco. Ad essere meglio conservato (praticamente appare integro) è il Tempio
della Concordia che deve il suo nome ad una iscrizione latina trovata nei pressi del Tempio stesso.
Affascinanti anche i Templi di Eracle (Ercole) che è il più antico e quello di Zeus Olimpico
(Giove) con i suoi telamoni, enormi statue dalle sembianze umane.
Vi sono poi il Tempio di Giunone, di Castore e Polluce, di Vulcano e di Esculapio. Affascinante anche la posizione dei Templi, tutti rivolti verso Est in modo che la statua raffigurante la divinità all’interno del Tempio venisse irradiata dal sole che sorge la mattina.

 

La cattedrale di San Gerlando, in Agrigento, è nota, oltre che per la sua bellezza, anche per un particolare fenomeno detto “portavoce”. La tradizione vuole che dall’abside, la parte terminale della chiesa, complice il silenzio della cattedrale, si riesca a sentire ciò che viene bisbigliato all’ingresso.

 

La Valle dei Templi è aperta dalle 8.30 alle 19.00 tutti i giorni compresi domeniche e festivi.

info@valledeitempli.it

 

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Il Papa ricoverato al Gemelli per un'infezione respiratoria
<p>AGI - <strong>Un'infezione respiratoria</strong>, ma non da Covid 19. È questa la ragione del malore che ha convinto oggi Papa Francesco ad accettare di ricoverarsi al policlinico "Gemelli". La Sala Stampa&nbsp; della Santa Sede ha diffuso la notizia. Nei giorni scorsi Papa Francesco ha lamentato alcune difficoltà&nbsp;respiratorie e questo pomeriggio si è recato presso il Policlinico&nbsp;Gemelli per effettuare alcuni controlli medici.&nbsp;Saranno necessari alcuni giorni di ricovero e di opportuna terapia medica ospedaliera.&nbsp;</p> <p>Tutto è cominciato da un <strong>dolore al petto dopo l'udienza generale</strong>, quando si trovava nella residenza di Santa Marta. Così negli ambienti vaticani si racconta quanto accaduto nel pomeriggio a <strong>Papa Francesco</strong>. Il pontefice è stato subito visitato dal<strong> medico personale Massimiliano Strappett</strong>i che ha subito acconsentito a portare Bergoglio in ospedale per controlli. E il Papa viene quindi trasferito in ambulanza al<strong> policlinico "Gemelli" di Roma</strong>, dove c'è un reparto dedicato alle cure dell'inquilino più importante del Vaticano.&nbsp;</p> <div></div> <p>Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede fa poi sapere che si tratta di "<strong>controlli precedentemente programmati"</strong>. Ma poi dal Vaticano filtrano altre voci, meno rassicuranti. L'agenda del Papa è stata annullata, almeno fino a quando saranno in corso gli esami medici.</p> <div></div> <p>Francesco, 86 anni, soffre di una <strong>gonalgia&nbsp;alla gamba destra</strong>, cioè un dolore al ginocchio dovuto al deterioramento della cartilagine soprattutto a causa dell'età. E ha anche altri problemi in particolare al colon: è stato operato due anni fa. Ma non è il ginocchio, del quale spesso il pontefice si è lamentato pubblicamente, a dare preoccupazioni.&nbsp;</p> <p>Anche se fonti mediche riferiscono di condizioni che non avrebbero particolari motivi di allarme, si sa per certo che Francesco è stato sottoposto a diversi esami, compresa una<strong> tac toracica per problemi respiratori</strong>.&nbsp;</p> <p>L'attenzione dei medici&nbsp;è comunque massima, vista l'età&nbsp;del Papa, che <strong>rimarrà&nbsp;in ospedale stanotte </strong>e con tutta probabilità&nbsp;per qualche giorno, al fine di monitorare l'ossigenazione del sangue e la situazione complessiva. Il Papa è ricoverato al decimo piano della struttura, nel reparto dedicato ai Pontefici che Wojtyla chiamava scherzosamente "il terzo Vaticano".&nbsp;</p> <p>Papa Francesco è&nbsp;toccato dai tanti messaggi ricevuti ed esprime la propria gratitudine per la vicinanza e la preghiera.</p>

Gli hater di Mattarella condannati a un anno di carcere
<p>AGI - Il gup di Palermo, Walter Turturici, ha <strong>condannato 5 persone</strong> accusate di avere offeso l'onore e il prestigio, con <strong>commenti sui social,</strong> del <strong>presidente della Repubblica Sergio Mattarella.</strong> Il gup ha inflitto una condanna a un anno e 40 giorni a Rosa Crivello e a 10 mesi e 20 giorni ciascuno a Isabella Abbate, Emanuele Anello, Giovanni Cataldo, Salvatore Marciante.</p> <p>Tutte le pene sono ridotte di un terzo, così come previsto per chi si avvale del rito abbreviato. I condannati pubblicarono commenti offensivi rivolti al presidente della Repubblica dopo un post dell<strong>'associazione "Fiori di acciaio" </strong>che esprimeva solidarietà&nbsp;al capo dello Stato, che era già stato insultato per il conferimento dell'incarico di formare il governo a Carlo Cottarelli. Insulti proseguiti anche sul post dell'associazione.&nbsp;</p>

Colpo alla mafia nigeriana, undici arresti a Torino
<p>AGI - Nuovo colpo alla <strong>mafia nigeriana</strong> a Torino nei confronti di sospettati di appartenere al gruppo criminale di stampo mafioso denominato "Eiye". I provvedimenti restrittivi, nell'ambito dell'operazione denominata "Bird man", sono stati disposti dopo lunghe e complesse indagini e hanno riguardato complessivamente <strong>16 persone</strong>, delle quali <strong>11 sono state rintracciate sul territorio nazionale</strong>. Impiegati complessivamente <strong>oltre 100 uomini della polizia di Stato</strong>, con l'utilizzo di Reparti di rinforzo del controllo del territorio.</p> <p>Oltre alla Squadra Mobile di Torino, l'attività&nbsp;ha coinvolto anche gli omologhi uffici delle Questure di Cuneo, Varese, Bergamo e Livorno. I provvedimenti cautelari riguarderebbero personaggi sospettati di rappresentare<strong> il vertice del livello nazionale dell'organigramma</strong>, direttamente incaricato delle nuove affiliazioni e della gestione dello <strong>spaccio di sostanze stupefacenti </strong>nelle varie piazze cittadine. Documentata l'attivitaàsul territorio del capoluogo piemontese del cult degli Eiye, grazie a quanto emerso dalle intercettazioni e dalle testimonianze di alcune persone, appartenenti alla comunità&nbsp;nigeriana di Torino.</p> <h2>Come è strutturata la mafia nigeriana</h2> <p>Le attività&nbsp;investigative, avviate nel marzo del 2019, si sono sviluppate attraverso attività&nbsp;tecniche di intercettazione, nonché&nbsp;servizi di diretta osservazione e pedinamento sul territorio, e hanno consentito di individuare coloro che rappresenterebbero i vertici nazionali del cult, in costante e diretto contatto con i <strong>leader operanti in Nigeria</strong>.</p> <p>Ricostruita la struttura del gruppo criminale caratterizzato da una organizzazione gerarchica piramidale, con un organismo operante a livello nazionale e di numerose articolazioni locali, attive in singole città&nbsp;italiane. La struttura nazionale risulterebbe dotata di un'organizzazione verticistica che vede al proprio apice un "World Ibaka", detentore del potere esecutivo, il quale godrebbe, sempre in ipotesi di accusa di prestigio internazionale ed è&nbsp;in contatto con l'organismo madre in Nigeria.</p> <p>Risulterebbe suddivisa in sezioni provinciali o locali chiamate "Zone", ma loro volta guidati da un "Zona Head". Sulla piazza torinese, gli elementi indiziari raccolti indicherebbero che il cult Eiye controllava e gestiva il commercio su strada di sostanze stupefacenti in alcune aree individuate; in particolare, corso Vigevano e piazza Baldissera, e più&nbsp;genericamente la zona della stazione ferroviaria di "Dora".&nbsp;</p> <p>Vi sono elementi per ritenere che gli Eiye abbiano i loro <strong>segni distintivi</strong>, scrive la polizia in una nota: come simbolo un uccello, talvolta raffigurato mentre stringe tra gli artigli un teschio umano, mentre il colore abitualmente indossato è&nbsp;il blu.&nbsp;</p>

Il direttore di San Vittore: "Questo carcere scoppia di giovani"
<p>AGI - Nell'ufficio di Giacinto Siciliano c'è una <strong>grande clessidra</strong> e poi altre più piccole che evocano le attese di chi, a pochi metri da qui, sta in cella. L'altro particolare che colpisce nella stanza affacciata sul campo da calcio degli agenti è l'immagine di un'impronta appesa al muro. “E' quella che mi piacerebbe lasciare. So che in un carcere così complesso andrebbe già bene limitare i danni ma io lavoro per costruire”.</p> <p>E adesso <strong>il direttore del carcere di San Vittore</strong> ha in mente sopra ogni cosa l'impegno di tracciare <strong>un orizzonte possibile</strong> per i giovani reclusi, mai così tanti. E' un pensiero che, racconta all'AGI, “genera una sofferenza” in lui e in chi lavora o regala il proprio tempo libero dentro a queste mura erette nel 1872.</p> <p>“Abbiamo oltre 250 ragazzi sotto i 25 anni su 850 detenuti, è un numero che sta crescendo tantissimo. Il disagio giovanile sta diventando talmente grande che il sistema non è più in grado di reggerlo e tocca al carcere farsene carico. La maggior parte sono stranieri ma ci sono anche italiani, a volte di seconda generazione”.</p> <p>Il vero nodo è come far scattare <strong>una scintilla</strong> in loro. “Le abbiamo provate tutte negli ultimi due anni, senza risultati. Li tieni in cella e litigano, li fai uscire e continuano a litigare. Provi delle attività di intrattenimento o con la scuola ma non bastano. Il carcere potenzia&nbsp; situazioni che già esistono. Stiamo cercando di agganciarli con altri progetti perché il problema non è ricondurli a un ordine solo imposto ma che venga vissuto come tale. <strong>Se non costruiamo</strong> il loro futuro tutto quello che facciamo qui dentro è inutile”.</p> <p>Il pensiero di Siciliano è che in questa fase storica il carcere debba rimediare a un'incapacità del mondo fuori di affrontare il disagio. “San Vittore rappresenta uno <strong>spaccato allarmante</strong> di ciò che accade nella città, di tutte quelle situazioni che non si riescono a gestire e sfociano in reati perché non si è riusciti ad agganciare o a prevenire il malessere. E l'unico posto dove<strong> paradossalmente</strong> possono essere gestite è il carcere che sta diventando<strong> la risposta automatica</strong> alla marginalità. Le persone che arrivano hanno per lo più problemi di tossicodipendenza o dipendenza dai farmaci. Alcuni <strong>sniffano l'intonaco, </strong>altri si fumano qualsiasi cosa o si bevono il gel igienizzante perché contiene alcol”.</p> <p>Anche i percorsi migratori sono cambiati: “Qualche anno fa i percorsi erano quelli dei campi libici, oggi sono soprattutto <strong>le rotte balcanich</strong>e per certi versi ancora più faticose perché sono lunghe e queste persone, per attraversarle, sono imbottite di psicofarmaci”.</p> <p>Nei giorni scorsi il sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro ha auspicato che i tossicomani vadano nelle comunità con l'obbiettivo di svuotare le carceri. A San Vittore <strong>i tossici ‘certificati' sono 450</strong>. “Il carcere non è il posto idoneo alla loro gestione.&nbsp;Può essere una delle risposte al disagio ma noi oggi ci stiamo occupando di tanti detenuti che <strong>avrebbero bisogno di altro,</strong> di cure e interventi specialistici che non sempre le singole strutture sono in grado di assicurare".</p> <p>Il ragionamento riguarda "per esempio i pazienti psichiatrici che restano in carcere perché il sistema delle Rems (residenza sanitarie per autori&nbsp;di reato incapaci di intendere e volere, ndr)&nbsp; non funziona e le comunità senza documenti o residenza non&nbsp;&nbsp;li prendono per problemi legati al rimborso delle rette. I pochi psichiatri che ci sono si dividono tra qui, Opera e Bollate e fanno miracoli. Il carcere è l'unico posto dove sei obbligato a prendere le persone e a gestirle <strong>col grande limite </strong>che dentro non è scontato che ci sia una struttura adeguata alla cura. Io non credo che sia il posto giusto per questi detenuti ma se lo deve essere ci vorrebbe un investimento serio”.&nbsp;<br> Il direttore di San Vittore che <strong>ci abita proprio sopra </strong>tiene sempre il telefono acceso. Nell'ultimo anno per tre volte lo hanno chiamato per dei suicidi. Traccia a penna un foglio di carta con lo schema delle celle e i possibili movimenti dei reclusi.</p> <p>“Le persone che si sono tolte vita erano tutte seguite da diversi operatori. Ti poni tante domande. C'è tanta attenzione e impegno ma evidentemente non basta. Avremmo potuto o dovuto controllare di più?<strong> Non è solo un problema di controllo</strong>. Una considerazione è che non puoi in ogni caso limitarti a controllare una persona a tutte le ore per un lungo periodo perché farla stare bene significa anche darle libertà e costruire con lei un progetto di vita che non sempre è facile da ipotizzare e realizzare. Spesso ci sono situazioni di sofferenza e carenza pregresse che in carcere non è facile affrontare e che presuppongono un progetto sull'esterno”.&nbsp;&nbsp;</p> <p>Ci sono alcuni detenuti che lo colpiscono più di altri, oltre ai giovani. “A volte cammini e vedi persone che ti chiedi perché stiano qui. Mi è capitato di pensarlo con un ragazzo<strong> con la sindrome di down</strong>, poi per fortuna scarcerato dopo un giorno, oppure quando vedo persone con un vissuto di grande povertà e marginalità. A volte il reato non è il problema”. Un direttore di carcere si sveglia sempre con la speranza? “Tante mattine mi alzo con la stanchezza che non incide però sulla speranza. La cosa che mi stanca è che vorrei cambiare molto di più e <strong>diventa frustrante </strong>se non lo posso fare per limitazione e vincoli che il sistema comporta. Però forse qualcosa, grazie anche a Milano che è sempre disponibile ad aiutare il suo carcere, lo stiamo costruendo”.<br> <strong>Sulla parete oltre all'impronta ci sono due ritratti di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone</strong> firmati da ex detenuti di lungo corso per reati di mafia in un altro carcere di cui è stato direttore.</p> <p>Far scorrere la clessidra, lasciare un'impronta, vederla in un disegno. &nbsp;</p>

Nati 4 cuccioli di ghepardo in India, esulta il premier
<p>AGI - L'India ha annunciato che uno degli otto ghepardi importati dalla Namibia<strong> ha dato alla luce quattro cuccioli,</strong> decenni dopo che questa specie è stata dichiarata estinta nel paese dell'Asia meridionale.</p> <p><strong>Precisamente dal 1952</strong>. Il ministro dell'Ambiente indiano, Bhupender Yadav, ha pubblicato su Twitter una foto e un video dei cuccioli, definendo l'evento "molto importante".</p> <p>Sempre su Twitter,<strong> il primo ministro Narendra Modi </strong>ha accolto con favore la "notizia meravigliosa".</p> <p>Secondo i media indiani, un secondo ghepardo namibiano dovrebbe partorire presto. Otto ghepardi namibiani sono stati portati in India l'anno scorso. All'inizio di quest'anno, altri 12 ghepardi sono arrivati dal Sud Africa. L'annuncio della nascita dei quattro cuccioli arriva a pochi giorni dalla morte per <strong>insufficienza renale</strong> di uno dei ghepardi namibiani nel Kuno National Park, una riserva naturale situata a 320 chilometri a sud di New Delhi. La scomparsa del ghepardo in India è attribuita principalmente <strong>ai cacciatori,</strong> che bramavano la sua preziosa pelle, caratterizzata da macchie rotonde, ma anche alla perdita del suo habitat.&nbsp;</p>

Soffoca la moglie e si suicida nel Perugino
<p>AGI - Ha lasciato alcuni biglietti l'uomo di 67 anni, trovato <strong>morto insieme alla moglie</strong>, nel tardo pomeriggio di martedì&nbsp;nella loro abitazione di<strong> Tuoro</strong>, nel Perugino. Biglietti nei quali, come ricostruisce la procura della Repubblica di Perugia, l'uomo ha descritto quello che era poco prima successo in casa.</p> <p>Secondo il contenuto dei manoscritti, marito e moglie avrebbero <strong>litigato in modo molto acceso</strong> "verosimilmente scaturita anche da un uso eccessivo di sostanze alcoliche da parte della donna" e al culmine della lite, l'uomo l'avrebbe uccisa soffocandola, per poi togliersi la vita nel cortile dell'abitazione.</p> <p>I biglietti e i cellulari della coppia sono stati sequestrati. Il successivo sopralluogo condotto dal magistrato di turno e dal medico legale, ribadisce il procuratore capo Raffaele Cantone, ha permesso di escludere il coinvolgimento di terze persone. Le salme sono a disposizione dell'autorità&nbsp;giudiziaria per l'autopsia che si svolgerà&nbsp;nei prossimi giorni.</p>

Domato l'incendio nella fabbrica di vernici di Novara
<p>AGI - È stato domato l'incendio che alle 8 di stamane ha coinvolto&nbsp;la Kemi Srl,&nbsp;<strong>fabbrica di vernici e solventi di San Pietro Mosezzo</strong>, alle porte di Novara. Non sono stati segnalati feriti.&nbsp;Ancora ignote le cause del rogo. Le forze dell'ordine hanno deciso di far evacuare le abitazioni nel raggio di 500 metri dallo stabilimento. Testimoni hanno riferito di<strong> fiamme alte anche 50 metri </strong>e di ripetute esplosioni. Il calore elevato ha fatto saltare in aria i tombini degli scarichi stradali. La colonna di fumo nero è stata visibile in tutta la pianura fino al Milanese.</p> <p>"L'incendio è&nbsp;praticamente domato grazie all'intervento dei mezzi antincendio dell'aeroporto di Cameri, dei mezzi dei vigili del fuoco e soprattutto grazie all'uso degli schiumogeni", dice all'AGI il comandante della polizia locale di Novara, <strong>Paolo Cortese</strong>. Sul luogo&nbsp;i tecnici di ARPA e anche Italgas e Acqua Novara e VCO (gestore di acquedotto e fognature) per possibili rischi di inquinamento delle reiti.&nbsp;Il comune di Novara in via precauzionale ha aperto il Coc della protezione civile. I volontari si stanno muovendo per informare e comunicare alla cittadinanza.&nbsp;</p> <p><img alt="" src="https://kolumbus-prod.agi.it/kolumbus-be/cm/module/cropper/proxy?_imagePath=https://images.agi.it/pictures/agi/agi/2023/03/29/081735859-2ddbb7a7-eec9-4ec3-96dd-fc0ed0e72bab.jpeg"></p> <h2>Il sindaco: "Situazione sotto controllo"</h2> <p>"L'incendio è&nbsp;sotto controllo da parte dei vigili del fuoco, che stanno riuscendo a contenere le fiamme. Non dovrebbero esserci rischi di gravi esplosioni, "conferma all'AGI il sindaco di Novara <strong>Alessandro Canelli</strong>, che si trova davanti alla fabbrica. La spessa coltre di fumo nero che aveva&nbsp;invaso il cielo del capoluogo, destando molta preoccupazione tra i cittadini, "sembrerebbe essersi dissolta", ha detto Canelli.</p> <p>"Sono in costante contatto con i responsabili di Arpa che stanno effettuando le analisi delle emissioni sprigionatesi dall'incendio della fabbrica chimica a San Pietro Mosezzo: secondo i primi dati sembrerebbe che non ci siano gravi problemi", ha aggiunto il sindaco "stiamo aspettando, per dare il cessato allarme, che vengano ufficializzati i dati anche rispetto alle 'ricadute' al suolo, specie nella parte nord della città". Canelli conferma anche che carabinieri e vigili del fuoco che hanno lavorato sul posto, escludono la presenza di feriti o intossicati.</p> <p>Dal Comune si ribadisce l'invito a <strong>chiudere bene le finestre e a rimanere in casa </strong>se non per ragioni indifferibili: il sindaco in una diretta Facebook dal luogo dell'incidente, ha detto che "non sappiamo ancora quale potrebbe essere l'impatto dal punto di vista dei rischi per la salute delle persone. Stiamo attendendo l'esito delle analisi di Arpa. Abbiamo avvertito tutti i dirigenti scolastici di tenere gli alunni in classe". Secondo quanto apprende l'AGI in diverse scuole, specialmente scuole dell'infanzia, alcuni genitori hanno raggiunto la sede dell'istituto ed hanno chiesto di portare a casa i propri figli.&nbsp;</p> <h2>La&nbsp;fabbrica non era a rischio incidente rilevante</h2> <p>&nbsp;"Stiamo seguendo la situazione minuto per minuto, in collegamento con la prefettura e con Arpa. Siamo in attesa di avere notizie certe, ma è&nbsp;chiaro che c'è&nbsp;preoccupazione. Il consiglio che stiamo dando è&nbsp;quello di tenere chiuse le finestre", dice all'Agi l'assessore alla sicurezza del Comune di Novara <strong>Raffaele Lanzo</strong>.&nbsp;</p> <p>La Kemi di San Pietro Mosezzo non era inserita nell'area a rischio di incidente rilevante, spiega all'AGI il dirigente del servizio ambiente della Provincia di Novara, Davide Rebuffetti.</p> <p>"La normativa - dice - è&nbsp;quella del decreto legislativo 105 del 2015 che attua in Italia le prescrizioni della direttiva UE del 2012 sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose". Per quanto riguarda la fabbrica interessata all'incendio, "evidentemente - dice ancora il dirigente - il quantitativo di sostanze pericolose stoccate e la natura delle sostanze stesse non supera la soglia al di sopra della quale un impianto industriale rientra nel campo di applicazione della normativa"</p>

Nel weekend torna il maltempo, pioggia e calo delle temperature
<p>AGI - Un campo di alta pressione si estende verso il Mediterraneo portando condizioni meteo per lo più asciutte in Italia: cieli soleggiati ma non mancheranno addensamenti in transito nei prossimi giorni con locali piogge non escluse sulle regioni settentrionali. <strong>Il primo weekend di aprile, però, dovrebbe vedere un peggioramento meteo più esteso con piogge e temporali diffusi in Italia</strong>, il tutto accompagnato anche da un generale calo delle temperature.</p> <p>Gli ultimi aggiornamenti del Centro Meteo Italiano confermano infatti per la prima parte della prossima settimana<strong> temperature sotto la media anche di 6-8 gradi </strong>con possibilità di gelate localmente fino in pianura e qualche nevicata sui rilievi fino a quote basse per il periodo.</p> <p>Previsioni meteo per oggi:</p> <p><strong>Al Nord</strong> - Sia al mattino che al pomeriggio tempo per lo più stabile su tutte le regioni ma con molte velature in transito, nubi basse sulla Liguria con possibili pioviggini e isolati fenomeni sulle Alpi ma con neve a quote medio-alte. In serata ancora addensamenti da nuvolosità bassa sulla Liguria con possibili deboli piogge, asciutto altrove ma con velature anche compatte in transito.</p> <p><strong>Al Centro</strong> - Al mattino tempo stabile con cieli sereni o poco nuvolosi. Al pomeriggio non sono previste variazioni di rilievo con tempo asciutto e velature anche compatte in transito. In serata ancora tempo del tutto stabile con prevalenza di cieli sereni, salvo foschie e nubi basse tra Toscana e Umbria.</p> <p><strong>Al Sud e sulle Isole&nbsp;</strong>- Al mattino tempo stabile con cieli sereni o poco nuvolosi su tutte le regioni. Al pomeriggio nessuna variazione di rilievo ma con molte velature in transito sulle regioni peninsulari. In serata si rinnovano condizioni di tempo stabile con cieli sereni o poco nuvolosi. Temperature minime in lieve rialzo al Nord ed in calo al centro-sud e sulle isole maggiori, massime in lieve diminuzione su medio e basso versante tirrenico e Sicilia e in rialzo sul resto d'Italia.&nbsp;</p> <p>Previsioni meteo per domani:</p> <p><strong>Al Nord</strong> - Al mattino nuvolosità medio-alta in transito, ma senza fenomeni associati. Al pomeriggio isolate piogge sulle Alpi di nord-ovest, nessuna variazione altrove. In serata residue precipitazioni sul Trentino. Neve sulle Alpi oltre i 2000 metri. Asciutto altrove con nuvolosità in progressivo aumento</p> <p><strong>Al Centro&nbsp;</strong>- Al mattino velature in transito su tutti i settori. Al pomeriggio non sono attese variazioni delle condizioni meteo. In serata si rinnovano condizioni di tempo asciutto su tutti i settori con cieli poco nuvolosi.</p> <p><strong>Al Sud&nbsp;e sulle Isole&nbsp;</strong>- Al mattino cieli sereni o poco nuvolosi. Al pomeriggio soleggiato solo sulla Sicilia, poco nuvoloso altrove. In serata tempo asciutto su tutti i settori con nuvolosità alta ancora in transito. Temperature minime in aumento; massime in aumento al centro-sud, stazionarie o in lieve calo al nord.&nbsp;</p>

Dal Vaticano allo spazio, un messaggio di speranza nei cieli
<p>AGI - Messaggi di speranza per tutta l'umanità&nbsp;saranno mandati in orbita nell'immensità&nbsp;dello spazio. Con un <strong>razzo Falcon 9</strong> che partirà dalla base di Vandemberg, in California il 10 giugno prossimo, un piccolo satellite porterà il <strong>libro in formato nanobook </strong>di <strong>Papa Francesco</strong> sulla <a href="https://www.agi.it/cronaca/news/2020-03-27/coronavirus-papa-scelta-7932122/">Statio Orbis del 27 marzo 2020</a>.</p> <p>Sono passati esattamente tre anni dal giorno in cui il Pontefice fermava con la potenza della preghiera il tempo e lo spazio sospesi nell'angoscia. Era solo sul sagrato di San Pietro nella sera livida e fredda di pioggia, di fronte a due immagini sacre molto amate dai romani: la Salus Populi Romani e il Crocifisso di San Marcello. Tra le mani il Santissimo Sacramento per benedire l'umanità dolente, mentre la pandemia sembrava voler inghiottire tutti. Nel terzo anniversario della storica Statio Orbis, è&nbsp;nata la missione spaziale "Spei Satelles", presentata oggi in Vaticano. <strong>Papa Francesco mercoledì&nbsp;benedirà il satellite </strong>e il nanobook al termine dell'Udienza Generale di mercoledì.</p> <h2>Un satellite custode</h2> <p>La missione è stata ideata e organizzata dal Dicastero per la Comunicazione in collaborazione con l'Agenzia Spaziale italiana, il Politecnico di Torino, l'Istituto di Fotonica e nanotecnologie del Cnr e ancora l'Apostolato digitale di Torino. Nel presentare l'iniziativa, monsignor<strong> Lucio Adrian Ruiz</strong>, segretario del Dicastero per la Comunicazione, ha spiegato che l'intero progetto ha preso il nome di <strong>Spei Satelles</strong>, che si puo' tradurre "satellite della speranza" ma che in latino corrisponde a "custode di speranza". Significando così, che "il satellite della speranza è pure un custode", perchè in sè "porta il messaggio di speranza di Papa Francesco all'umanità" e chiama a raccolta tutti gli uomini di buona volontà.</p> <p>Nei dieci anni di pontificato, ha aggiunto monsignor Ruiz, questa opportunità, "di un satellite e un nanobook di speranza, si avvera grazie, non solo allo sforzo e la generosità di tutte queste istituzioni che fanno parte del progetto" ma soprattutto di tutte le persone che hanno voluto partecipare "a un sogno, portare una parola di speranza a tutta l'umanità". Per sommare la voce di tanti a quella di Papa Francesco, "per richiamare e richiamarci, dai nostri propri luoghi, con le nostre forze, con le nostre conoscenze, con le nostre possibilità, a essere seme di speranza, semi di pace, semi di solidarietà".</p> <p>Il volume della Statio Orbis "Perchè avete paura? Non avete ancora fede?", è stato stampato in 150 mila copie in 7 lingue ed è allo studio un profetto affinchè i pellegrini del Giubileo ne possano avere una copia più&nbsp;piccola e sintetica "ma con tutto l'essenziale di questo messaggio". Del resto, ha continuato monsignor Ruiz, esso non è semplicemente un libro, ma "una scatola che, nel ricordare, ha tramandato un insegnamento, una tenerezza, una preghiera e una benedizione".</p> <p>Quel momento di preghiera universale non si è esaurito con il tempo e le contingenze, ma è cresciuto come un seme messo a dimora. Nell'anno successivo la pubblicazione è stata depositata una versione mini (10x8) nella banca mondiale dei semi, nello <strong>Svalbard Seed Vault</strong> nell'arcipelago artico delle isole Svalbard a circa 1200 km dal Polo Nord, come "seme di speranza".</p> <p><img alt="" src="https://kolumbus-prod.agi.it/kolumbus-be/cm/module/cropper/proxy?_imagePath=https://images.agi.it/pictures/agi/agi/2023/03/28/143445274-0e372c5d-616b-4924-bbd8-710be6f1b1a8.jpeg"></p> <h2>Come è nato il nanobook</h2> <p>Il libro del Papa quindi è diventato, grazie al <strong>Consiglio Nazionale delle Ricerche </strong>e in particolare all'attività dell'Istituto di fotonica e nanotecnologie coordinata da Andrea Notargiacomo, un "nanobook" (una lastra di silicio, di 2x2x0,2 mm), in cui è stato inciso il volume ad alta miniaturizzazione per mezzo di tecnologie di micro e nanofabbricazione. Per mettere in orbita, come segno e profezia di speranza, questo micro-manufatto, l'<strong>Agenzia Spaziale Italiana</strong> e il <strong>Politecnico di Torino</strong> hanno lavorato poi in stretta sinergia. I giovani dell'Ateneo torinese, guidati da Sabrina Corpino, hanno progettato e costruito a tempo di record un <strong>CubeSat 3U SpeiSat </strong>che potesse ospitare e custodire il nanobook. L'Agenzia Spaziale Italiana guidata da Giorgio Saccoccia ha reso possibile il suo sviluppo, il lancio e la messa in orbita bassa terrestre (Low Earth Orbit-LEO) ad un'altitudine di circa 525 Km.</p> <p><img alt="" src="https://kolumbus-prod.agi.it/kolumbus-be/cm/module/cropper/proxy?_imagePath=https://images.agi.it/pictures/agi/agi/2023/03/28/151305933-20fbda18-5c93-41a9-a635-a04abea10d18.jpeg"></p> <p><strong>Il lancio è previsto il 10 di giugno </strong>dalla base di Vandenberg (VSFB) in California. Il CubeSat viaggerà a bordo di un razzo Falcon 9, il vettore in due stadi parzialmente riutilizzabile di <strong>SpaceX</strong>. Il satellite è anche dotato, oltre che della strumentazione di bordo per funzionare ed essere guidato da terra, anche di un trasmettitore radio. Per il tempo di permanenza in orbita saranno captabili, nel momento in cui il satellite sorvolerà quella porzione di Terra, e facilmente codificabili in modo testo, frasi desunte dal Magistero Pontificio che hanno a tema la speranza e la pace. I messaggi sono in italiano, inglese e spagnolo.</p> <p>La missione è stata pensata anche per attivare coloro che si lasceranno coinvolgere. Attraverso il sito www.speisatelles.org non solo è possibile seguire l'evolvere della missione, ma anche iscrivere il proprio nome in un chip che Spei Satelles custodirà in orbita. Per ottenere un virtuale boarding pass verrà chiesto di impegnarsi a fare un'opera di misericordia in favore della pace e la speranza. Ciascuno così&nbsp;può&nbsp;diventare seme di speranza concreto nel suo ambiente di vita.</p>

Terremoto in Molise, magnitudo 4.6. Nessun ferito 
<p>AGI -&nbsp;<strong> Un terremoto di magnitudo 4.6 è stato registrato dalle stazioni della Rete Sismica Nazionale alle 23,52</strong> con epicentro a 2 chilometri da Montagano, a circa 10 chilometri a sud di Campobasso, a una profondità di circa 23 chilometri. Dalle verifiche effettuate dalla Protezione civile e dai Vigili del Fuoco, non si registrano feriti o danni gravi agli edifici. Le scuole di Campobasso e di molti comuni limitrofi rimarranno chiuse oggi per ulteriori analisi, ha annunciato il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina.</p> <p>L'evento, si legge sul sito dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, "è avvenuto in un'area caratterizzata da una sismicità frequente con diverse sequenze sismiche avvenute nel 2002, 2013, 2016 e nel 2018" e negli ultimi 7 giorni si sono registrate altre 16 scosse di magnitudo inferiore a 3.0. "La pericolosità sismica di questa area è considerata alta.</p> <p>Terremoti anche più forti di quello avvenuto oggi sono possibili per quanto la probabilità che si verifichino non è particolarmente alta", si spiega ancora sul sito dell'Ingv.</p> <p>Il terremoto di questa notte<strong> è stato ampiamente avvertito anche in una vasta area dell'Italia centro meridionale</strong>, in particolare in Campania, Puglia, Lazio e Abruzzo.&nbsp;"Al momento non abbiamo registrato danni alle persone o alle cose. Siamo in costante monitoraggio sull'evolvere della situazione e in contatto con i sindaci dei comuni interessati" conferma&nbsp;a Rainews24 il direttore della Protezione civile del Molise, Manuel Brasiello.</p> <p>"La nostra è una zona sismica - sottolinea - e spesso si verificano condizioni di questo tipo. Nella giornata di ieri sono state registrate scosse un po' più forti del normale. È una situazione che dobbiamo tenere sotto controllo e la stiamo monitorando".</p> <p>&nbsp;"Per fortuna<strong> la profondità della scossa di ieri sera è stata importante (23 chilometri, ndr) e questo ha determinato in superficie una condizione più favorevole",</strong> ha aggiunto. Un piano di emergenza non è stato ancora attivato, ha concluso, "vedremo nelle prossime ore cosa succederà".&nbsp;</p>

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